L’approccio per via laterale mininvasivo

L’approccio per via laterale mininvasivo

L’approccio per via laterale mininvasivo (LLIF – Lombar Lateral Interbody Fusion) ha veramente rivoluzionato il concetto di chirurgia a livello internazionale.

Tale tecnica risulta estremamente efficace per la correzione del:

Bilancio sagittale della colonna vertebrale, in particolare per le curve lombosacrali e dorsali

Scogliosi, soprattutto nell’adulto in età avanzata

La LLIF consente di posizionare delle “cage” – delle strutture in sostituzione del disco – in modo tale da conferire nuovamente il sostegno necessario e ricreando la curvatura lordotica o cifotica del tratto dorsale.

Attraverso questo trattamento è possibile correggere i cd. “indici pelvici”, ovvero gli angoli che determinano un corretto bilanciamento della colonna, permettendo ai muscoli di non essere in sovraccarico.

Infatti, quando la colonna vertebrale ha le curve in perfetto equilibrio la persona può stare in piedi senza utilizzare in modo eccessivo la muscolatura.

L’accesso avviene per via laterale, in decubito laterale, per via retroperitoneale, trans muscolo psoas, che è un importante muscolo stabilizzatore della colonna vertebrale.

Per l’esecuzione di questa tecnica vengono utilizzate delle micro-cannule, sempre sotto controllo elettromiografico, in modo da avere la certezza di non interferire con le strutture nervose che si trovano all’interno del muscolo psoas.

Fino dagli anni ’30 era possibile accedere a una porzione della colonna cervicale per via anteriore andando a sostituire completamente il disco.

Per il tratto lombare questo non era stato finora possibile in quanto in tale area è presente il peritoneo, retro-peritoneo e altri importanti organi.

Con l’approccio laterale siamo in grado di superare tali difficoltà anatomiche riuscendo a ottenere delle importanti artrodesi con ampia area di appoggio.

La LLIF ha concretamente rivoluzionato la chirurgia del rachide, sia del tratto lombare che del tratto dorsale, consentendo tra l’altro di trattare anche patologie di tipo tumorale.

Tra i benefici che tale tecnica può generare per il paziente è possibile citare:

  • Rapidità di degenza e di ripresa
  • Perdite ematiche esigue
  • Risultati eccellenti in termini di “tenuta” permettendo al paziente anche l’attività agonistica nel post-operatorio

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