Dolori cronici alla schiena: un nuovo approccio terapeutico

Dolori cronici alla schiena: un nuovo approccio terapeutico

Quando cerchiamo di analizzare, diagnosticare e trattare soggetti affetti da alterazioni clinico-anatomiche patologiche relative alla colonna vertebrale e/o del sistema muscolo-legamentoso come lombalgia, cervicalgia o altro ci confrontiamo necessariamente con la:

“Medicina della Complessità’”

Pertanto non più con una patologia di “organo” bensì con un nuovo concetto medico SINDEMICO dove 3 categorie di fattori interferiscono variabilmente fra loro in particolare:

A) Malattie della colonna vertebrale e dei tessuti di sostegno, come la degenerazione muscolo-legamentosa, la degenerazione discale, le alterazioni articolari, le ernie discali, la degenerazione di vario grado del disco (sec. Pfirrmman), la riduzione dei diametri del canale spinale come le stenosi, l’instabilità vertebrale, le variazioni delle curve della colonna cervicale, dorsale e lombare e del bilanciamento della colonna (Indici pelvici, scoliosi), osteoporosi e/o fratture, neoplasie, infiammazione/discite, le alterazioni del bacino e le alterazioni articolari ai quattro arti.

B) Le MNT (malattie non trasmissibili) come ipercolesterolemia, obesità, diabete mellito, aterosclerosi, ipertensione arteriosa, patologie cardiovascolari, respiratorie, reumatologiche, patologie ormonali, neoplasie e linfomi.

C) Aspetti bio-psico-sociali, economici esistenziali, inquinamento ambientale ed elettromagnetico, tossici, pesticidi, farmaci, conservanti, alimentazione e junk food, ansia, depressione, stress affettivi, attacchi di panico e eventuali “traumi” psichici recenti e/o pregressi.

Queste tre principali categorie di fattori rivestono un ruolo determinante nel risultato finale del trattamento delle patologie spinali complesse spesso non permettendo di prevederne il follow-up.

Voglio qui ricordare il concetto che “…il battito dell’ala della farfalla può modificare il clima in un’altra parte del mondo…” idea che deriva dalla fisica e dalla

“Teoria del Caos”

(recentemente ripresa dal Premio Nobel 2021 Giorgio Parisi fisico e accademico italiano sui Sistemi Complessi).

Questa teoria oggi è applicata in psicologia e sempre più nelle cure delle patologie del rachide.

Il concetto della complessità si scontra con il vecchio approccio medico-cartesiano riduzionistico e “scientistico”: dalla condotta alterata di uno di questi elementi dipende il destino degli altri e pertanto il risultato ultimo.

L’aver scomposto lo studio del corpo umano, come negli scorsi decenni della Medicina Specialistica, e quindi delle relative patologie (in senso riduzionistico), in tanti organi, cellule e infine in molecole non ha permesso di risolvere la “complessità” (pur ottenendo importanti risultati scientifici in particolare sulle patologie “complicate”) piuttosto documentandola ad ogni livello di indagine in particolare nel campo del dolore lombare e cervicale.

L’intervento della scienza fisica in campo medico ci ha permesso quindi di descrivere, capire e regolare i fenomeni complessi e caotici trovando le “leggi del disordine” su quel frastagliato confine tra Caos e Ordine che definiamo:

“Il margine del caos”

Caratteristica universale dei sistemi complessi è rappresentata dal fatto che in essi si manifesta simultaneamente l’ordine ed il disordine sia nella forma che nel comportamento.

Nella quotidianità osserviamo costantemente il susseguirsi del giorno e della notte, il susseguirsi ciclico delle stagioni, il moto dei pianeti e d’altra parte osserviamo anche variazioni climatiche improvvise come le frane, i terremoti e altri eventi imprevedibili.

Ciascuno di noi ha la percezione immediata di cosa sia l’ordine e il disordine sia nella forma che nel comportamento.

Fenomeni apparentemente disordinati però possono “nascondere” delle regolarità (le forme delle nuvole, le onde del mare, le onde di sabbia, il profilo geomorfico delle montagne, ecc..) cioè ripetizioni geometriche di forme al determinarsi di condizioni fisiche particolari che sono assimilabili a dei “frattali”, oggetti geometrici dotati di omotetia (trasformazione geometrica, definita sia nel piano che nello spazio che mantiene invariati gli angoli ma non le distanze) che si ripetono nella sua forma allo stesso modo su scale diverse cioè a qualunque scala dimensionale si osservino presentano sempre le stesse caratteristiche globali, mentre anche i fenomeni apparentemente regolari nascondono del disordine intrinseco come i cristalli.

La vita umana è un sistema aperto, complesso di parziale ordine e disordine con continuo scambio di materia, energia e informazione.

Un sistema complesso è composto da delle parti che si embricano fra loro per produrre dei comportamenti collettivi più complessi della semplice somma dei singoli elementi.

I sistemi complessi presentano sempre comportamenti caotici.

La parola caos in fisica non vuol dire casuale piuttosto sta ad indicare il comportamento fisico apparentemente casuale, dinamico, irregolare, imprevedibile derivato dal fatto che simultaneamente interagiscono numerosi fattori sulle condizioni iniziali e pertanto è inevitabile che l’evoluzione di un sistema caotico sia impredicibile.

La complessità del sistema biologico umano parte dal suo DNA ed evolve nello spazio e tempo di tipo dinamico.

Si parla quindi di “rete aperta” per permettere l’evoluzione della specie cioè di un continuo interscambio di informazioni, materia e energia con gli altri sistemi dello stesso grado di complessità.

Nei sistemi biologici l’ordine e il disordine convivono insieme, collaborano al corretto funzionamento del sistema stesso: l’ordine rappresenta il “telaio” la costanza dei parametri e il disordine garantisce la “evoluzione” la diversità e l’adattamento della vita.

Archivio