Il “MAL DI SCHIENA” è la principale causa di riduzione della qualità di vita

Il “MAL DI SCHIENA” è la principale causa di riduzione della qualità di vita

“Ascolto, coinvolgimento, semplificazione nell’accesso alle cure mediche e condivisione”
Questo è ciò che chiede il paziente: attore, protagonista di un percorso nel quale è fondamentale prestare particolare
attenzione ai suoi bisogni.
Il paziente, insieme ai suoi familiari, a tutte le figure sanitarie che via via saranno coinvolte, insieme a numerosi elementi reperiti nel mondo digitale e al passaparola, compie un “avventuroso” viaggio in un complesso percorso sanitario definito:
“Patient Journey”
Oggi sempre di più il paziente è “al centro della cura”, dove il medico interagisce con il soggetto creando sempre più una diagnosi e terapia “… costruita come farebbe il sarto nel creare un vestito al soggetto …”
Una visione olistica aperta, una rete aperta di professionisti che co-creano il miglior trattamento.
Potremmo chiamare questo approccio “Patient Journey 2.0”
Un modo di operare molto più completo e scientifico, in grado di generare un miglioramento del follow-up e qualità di vita del paziente.
… “Non si può cambiare con la stessa mentalità di quella che ha generato il problema” … diceva Einstein.
Il focus è sul cambiamento del risultato finale nel trattamento della malattia della complessità spinale.
Non più quindi, come si è fatto sino ad oggi, analizzando le azioni per ottenere il risultato bensì la necessità di un focus sul risultato e a ritroso quali sono le azioni specifiche per ottenerlo.
Si tratta di avere obiettivi a lungo termine e non più a breve termine.
La Teoria del Cambiamento (TOC) diventa un processo rigoroso e partecipativo nel quale gli attori sanitari e il soggetto, al centro come paziente, su varie piattaforme pianificano, articolano gli obiettivi a lungo termine (Impact) e identificano le condizioni che debbano dispiegarsi per raggiungere l’obiettivo prefisso.
Molto importante è analizzare con attenzione le preconditions, articolare il percorso, analizzare le assumptions cioè il modo in cui crediamo che le cose possano cambiare (valori, ideologie, preconcetti, stereotipi, visioni del mondo ecc…) che spesso agiscono inconsapevolmente sul soggetto e sui vari attori e che possono modificare il risultato finale delle cure perché forvianti.
Oggi con l’avanzare dell’età il “maldischiena” diventa tra le principali cause di alterazione della qualità di vita e di accesso alle cure con costi sociali rilevanti.
Generare benessere, quindi un “cambiamento” nella visione del paziente, del suo benessere psico-sociale, del suo benessere fisico con l’attività fisica, dell’alimentazione, della cultura, agisce nel senso vero della prevenzione provocando un cambiamento duraturo e profondo.
Fondamentale è chiarire bene le Assumptions cioè i presupposti alla base delle nostre strategie creando una vera Reostasi cioè la “fisiologia del cambiamento”.
Di qui sempre più oggi l’attività fisica è il vero motore del cambiamento. Allenarsi vuol dire aggregazione sociale, combattere le malattie croniche (ipertensione arteriosa, diabete, obesità e altro), migliorare l’attività respiratoria, agire sul sistema endocrino, agire sul sistema immunitario, agire sul sistema cognitivo, aumentare l’autostima e migliorare il tono umore.
Tutto ciò pertanto migliora la longevità, la neuroplasticità e gli effetti cognitivi.

Archivio