DOLORI ALLA SCHIENA Cosa devi sapere sul trattamento del dolore?

DOLORI ALLA SCHIENA Cosa devi sapere sul trattamento del dolore?

In un precedente articolo, abbiamo visto che alla base della sensibilizzazione centrale ci sono dei cambiamenti neurofisiologici sostenuti da modificazioni neuroplastiche dell’eccitabilità neuronale.

Quando un nervo riceve informazioni inizia ad adattarsi: si riduce la sua soglia di attivazione e aumenta il numero dei recettori per migliorare la capacità del nervo di ricevere informazioni.

Lo stato di sensibilizzazione viene mantenuto e potenziato dal rilascio di citochine pro-infiammatorie da parte delle cellule gliali che, quando iperattivate, provocano una vera e propria neuro-infiammazione.

Oltre alle citochine, aumenta anche il rilascio di un altro neurotrasmettitore, il glutammato. Il glutammato, prodotto in situazioni di stress mantenuto, aumenta l’effetto eccitatorio sul sistema nervoso centrale, con effetto tossico sui neuroni discendenti inibitori.

Un eccesso di glutammato infatti ne causa la morte e come conseguenza si ha un allargamento del campo recettoriale del neurone spinale, con possibile dolore riferito.

A questo punto, iniziano a instaurarsi dei veri e propri cambiamenti strutturali a livello dell’ippocampo e della corteccia pre-frontale.

Alla diminuzione di materia grigia di queste zone si associa un aumento controlaterale della materia grigia dell’amigdala, responsabile della coloritura emotiva del dolore.

Emozioni negative, ansia, paura, catastrofizzazione e anticipazione delle conseguenze non faranno altro che mantenere attivi tutti questi cambiamenti corticali disfunzionali.
Si ha così una vera e propria alterazione della modulazione discendente inibitoria.

Sappiamo quindi che il neurone di secondo ordine può rimanere sensibilizzato quando riceve stimoli intensi, duraturi e ripetuti. Ma cosa succede al neurone di primo ordine?

L’insieme dei cambiamenti che avvengono nei neuroni di primo ordine prende il nome di sensibilizzazione periferica.

In seguito a un danno o una lesione, si attiva un processo infiammatorio con rilascio di mediatori chimici come serotonina, bradichinine, prostaglandine e citochine.

Questi mediatori attivano e sensibilizzano le fibre afferenti, creando un aumento di attività e una riduzione della soglia di attivazione dei nocicettori.
Si innesca così il fenomeno dell’iperalgesia primaria, ossia un aumento della risposta agli stimoli nocicettivi, necessaria per la protezione della lesione durante il processo di guarigione.

La sensibilizzazione periferica, essendo dovuta allo stimolo di sostanze algogene, è una sensibilizzazione transitoria e protettiva.
I due tipi di sensibilizzazione differiscono tra loro per i meccanismi neurofisiologici di base e per il tipo di manifestazione clinica.

Qual’è la differenza tra sensibilizzazione centrale e dolore nociplastico?

Per definizione della IASP, il dolore nociplastico è dato da un’alterazione della nocicezione, in mancanza di un chiaro segno di danno tissutale reale o potenziale che causa l’attivazione dei nocicettori periferici o in assenza di una lesione al sistema somatosensoriale.

Esso è dovuto alla plasticità del nocicettore e del nocineurone che sono diventati ipersensibili.

Questa nuova definizione giustifica la presenza del dolore che non è specificatamente nocicettivo o neuropatico, ma che può essere considerato una via di mezzo tra i due.

Tuttavia, si riferisce solo a quei pazienti in cui può essere dimostrata un’alterazione della nocicezione e non può essere applicato ai pazienti che presentano dolore senza ipersensibilità.

In aggiunta, non sono ancora stati definiti dalla IASP i criteri esatti per stabilire un’alterata nocicezione.

Sul termine “nociplastico” il dibattito è ancora acceso e qualche autore ha proposto di cambiare il termine in “dolore centralizzato”.

Questa definizione tuttavia non può essere considerata corretta in quanto implica una descrizione anatomica a fronte delle altre due definizioni (nocicettivo e neuropatico) che descrivono il dolore dal punto di vista fisiologico.

Inoltre, implica che tutte le forme di dolore nociplastico siano di origine centrale, ma questo deve essere ancora dimostrato.

Al contrario della sensibilizzazione periferica, essa non dipende da un’alterazione della nocicezione quanto piuttosto da un cambiamento delle proprietà dei neuroni del SNC.

Il protrarsi della sensibilizzazione dei neuroni di II ordine oltre la guarigione tissutale è causa di cambiamenti strutturali e funzionali a livello della matrice corticale, responsabili dello sviluppo e del mantenimento del dolore cronico.

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